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I° - La Lingua siciliana non si scrive per come si parla, è ricca di fonemi che necessita anche sapere pronunciare (ortoepìa, ortofonìa). Per sapere la lingua siciliana bisogna anche riconoscere le parole omofone, con i loro suoni, oltre che osservare le norme di ortografia e adoperare un valido uso di apocopi e aferesi. È consigliabile evitare le forme aferesate negli articoli; sia Camilleri che Lumìa ci dicono che gli articoli aferesati sono forme vernacole. II° - Articoli, preposizioni semplici e … preposizioni semplici seguite dall’articolo! Metatesi e apofonia. Dal fonema al grafema: la “D”. Fenomeni di assimilazione, fusione, contrazione, crasi, sincope, liaison, anastrofi. LE CONGIUNZIONI Le congiunzioni sono parti invariabili del discorso che servono a unire gli elementi di una proposizione, o due proposizioni tra di loro. Esse possono unire proposizioni coordinate oppure subordinate alla principale; se collegano le coordinate si dice che il periodare avviene per PARATASSI, se invece collegano le subordinate , allora la strutturazione avviene per IPOTASSI. Le congiunzioni possono essere COPULATIVE, DISGIUNTIVE, AVVERSATIVE, DICHIARATIVE, CONCLUSIVE, CORRELATIVE, Le congiunzioni coordinative e subordinative (o subordinate) si dividono in SEMPLICI e COMPOSTE:
*Per quanto riguarda la congiunzione <mi> c’è da dire che essa è tipica della Sicilia nord orientale, nel nucleo del territorio compreso tra Messina, Taormina e Naso, e anche se è molto usata nella sua funzione imperativa di terza persona in realtà è usata in questa parte della Sicilia in sostituzione al <chi>, anche in casi dove viene a sostituire un infinito: <dicci mi trasi>; <sta’ attentu non mi cadi>; <passai senza mi ti vidu>; <hai ragiuni mi ti lagni>. di Flavia Vizzari |
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