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Provincia di Ragusa |
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Il Giovedì Santo a Ispica (Rg) "Lu Santissimu Crucifissu di Spaccafurnu (Ispica) è numinatu ppi tuttu 'u munnu".
Per le feste della settimana Santa tutti i paesi della Sicilia sono coinvolti nel voler onorare con feste religiose toccanti per la loro esteriorità. Particolarmente significativa è quella del Giovedì Santo nel paese di Ispica in provincia di Ragusa.
Già !... alle due del mattino del giovedì Santo hanno inizio le
celebrazioni. E gran parte della città di Ispica, come per miracolo,
si alza per tornare nell'antica Spaccaforno, a pregare davanti a ciò
che resta di Santa Maria della Cava, chiesa fantasma di città
fantasma, affacciata sul greto di un fiume anch'esso fantasma,
oramai secco. I rintocchi, grazie all'ora, della campanella del
piccolo tempio guidano nel buio i fedeli, formando tanti rivoli di
fiume verso uno stesso posto. Un sacerdote sull'entrata dell'antica
dimora del Cristo a Culonna recita una preghiera. E tra i più
anziani dei fedeli si sente un mormorio: "Lu Santissimu Cristo di
Spaccafurnu è numinatu ppi' tuttu lu munnu". Poi un serpente di luce
(la processione di fedeli con torce) risale verso Ispica, la città
nata sulla collina di fronte all'antica Spaccaforno, rasa al suolo
dal terribile terremoto del 1693, dopo essere stata abitata fin
dalla Preistoria. Gli abitanti che non sono scevi alla Cava
attendono la processione davanti alla basilica di Santa Maria
Maggiore, in quello splendido semicerchio barocco che è il portico
realizzato dall'architetto netino Vincenzo Sinatra. Aperte le porte
della Chiesa, i fedeli sfilano fino alle 11 del mattino davanti alla
nicchia racchiusa da colonne tortili che ospitano il simulacro
velato del Cristo. Alle 11 in punto, al grido "Eh, picciuotti! A la
culonna", giungono i portatori, camicie bianche e fascia rossa a
bandoliera, con in spalla il fercolo (termine derivante dal latino,
fero cultum, ossia portare per il culto) su cui sarà sistemato il
simulacro: un Cristo dolente, martoriato, chino sotto i colpi di due
flagellanti. La folla è straboccante!!! L'officiante, dai paramenti
rilucenti, s'incunea con forza e insieme al presidente giungono
sull'altare. "Viva lu Patri!" grida tre volte il sacerdote e
migliaia di fazzoletti vermigli vengono agitati dai fedeli che
rispondono in coro: "Culonna!".
Mentre fuori dal tempio una delle due bande esegue un "murtoriu" del
maestro Giuseppe Bellisario, la statua, posta sul fercolo, viene
sistemata al centro del transetto, sotto la cupola centrale della
basilica. Solo dopo la solenne Messa cantata delle quattro del
pomeriggio, tra scampanii, musica e le immancabili salve di cannone,
ci sarà la "sciuta", ovvero l'uscita del Cristo a Culonna, preceduta
da una teoria di stendardi e cilii, magnifiche lampade votive
barocche. Da secoli ormai il sole al tramonto saluta lo spettacolare
avvio della processione, che avrà il suo momento clou intorno alle
ore 20,00 in via Garbaldi, quando si svolge "lu 'ncuontru", il
commovente incontro del Cristo con l'Addolorata: grande è la
partecipazione emotiva della gente quando Maria per tre volte vien
fatta chinare, a simulare il bacio dei piedi del Cristo. Non conta
che si tratti di due statue: i fedeli, con gli occhi umidi di
lacrime, ci vedono tutto il dolore di una madre all'apparire del
figlio martoriato dalle frustate e umiliato. Come i flagellanti che
un tempo, coronati di spine, si ferivano il torso nudo, facendolo
sanguinare. La processione riprende, per fermarsi nuovamente alla
chiesa dell'Annunziata, dove si svolge lo spettacolo di giochi
pirotecnici. Dopo un altro momento emozionante, "a'cchianata", la
salita di via XX Settembre, allo scoccare della mezzanotte, il
fercolo, tra i magnifici archi di luminaria, rientra infine in
chiesa. E dopo "'i gira" - tre giri attorno alle navate laterali,
una reminiscenza del periodo in cui due secoli fa il giro esterno
era stato proibito per evitare disordini, la statua del Cristo torna
nella sua nicchia. Accadeva così anche prima del terremoto, nella
chiesa di Santa Maria della Cava. E così sarà anche l'anno prossimo.
E sempre, finchè ci sarà l'arciconfraternita !!!
18 Giugno 2009 |
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